Quando si parla di affitti, è importante conoscere le tipologie di contratto che possono essere stipulate e i diritti/obblighi di entrambe le parti. Con questa guida andremo ad analizzare punto per punto cosa prevedere un contratto di locazione e le varie tipologie che possono essere fatte.
Anzitutto, un contratto di locazione è un accordo tra due parti: il proprietario di casa, colui che affitterà il proprio immobile, è detto “Locatore” o “Parte Locatrice”, mentre l’inquilino, chi andrà ad abitare la casa e pagherà l’affitto al proprietario, è detto “Conduttore” o “Parte conduttrice”. Nel contratto di locazione viene messo per scritto che la parte Locatrice si obbliga a far godere del proprio immobile la parte Conduttrice, in cambio di un canone d’affitto stabilito e ad alcune condizioni che vengono appunto dichiarate nel contratto. Si tratta dunque di un contratto consensuale che viene firmato da entrambe le parti. Questo contratto ha forma libera, disciplinato dal codice civile, e ciò significa che non occorre per la loro stipulazione una forma particolare.
È necessario fare una distinzione tra contratto di locazione e contratto d’affitto: il primo è un contratto in cui la parte locatrice si impegna a dare in uso un suo bene alla parte conduttrice, quando si parla di abitazioni, mentre il secondo è un contratto attraverso il quale viene dato in godimento un bene esclusivamente di carattere produttivo, dunque un’azienda o un’attività.
Lo stesso contratto di locazione può essere di due tipologie: contratto di locazione ad uso commerciale, quando trattiamo immobili destinati all’apertura di un’attività commerciale, oppure contratto di locazione ad uso abitativo, quando si tratta, appunto, di abitazioni.
All’interno di un contratto di locazione, devono obbligatoriamente essere presenti la data di stipula del contratto, i nominativi con relativi dati della parte conduttrice e della parte locatrice, i dati catastali del bene in oggetto, il canone e la durata della locazione. Una volta redatto il contratto, le parti accettano le condizioni da esso stabilite e lo firmano, dando inizio alla locazione. A questo punto, entro 30 giorni dalla data di stipula del contratto, quest’ultimo dovrà essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate, nel caso si tratti di contratto la cui durata non sia inferiore a 30 giorni (in questo caso parliamo di contratti di locazione “breve”.
Ma vediamo adesso le due tipologie principali di contratto di locazione:
- Contratto di locazione transitorio: parliamo di un contratto che viene stipulato nel caso di soggiorni che abbiano una durata massima di 18 mesi. Questo può essere redatto in caso di motivi di studio, di lavoro o di soggiorno in un luogo diverso dalla propria residenza.
- Contratto di locazione 4+4: detto anche contratto di locazione a canone libero, ha una durata di quattro anni con proroga di altri quattro anni, a meno che questo non venga disdetto. Il canone di locazione viene stabilito liberamente dalle due parti.
Quando si tratta invece di una locazione di tipo commerciale transitoria, la durata minima del contratto è di sei anni che diventano nove se la proprietà locata viene adibita ad albergo o simili.
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