Attraversando il bellissimo e ombreggiato Viale Apua, la via principale che collega il centro storico di Pietrasanta alla Marina con le sue spiagge e il suo incantevole mare, non si può non notare una maestosa struttura costellata in parte da bellissime piastrelle in ceramica con raffigurate scene marine (opera dell’artista Antonia Ciampi), posta poco prima della rotonda. Si tratta della colonia ex Laveno, uno degli edifici storici più noti di Pietrasanta, che racchiude in sé una storia importante. L’immobile si trova ormai da ben quarant’anni in stato di abbandono e degrado, ma negli anni Settanta del secolo scorso era un punto di riferimento per tantissimi bambini e famiglie.
L’edificio fu costruito nel 1947 e il suo scopo era proprio quello di accogliere i figli dei lavoratori della Ceramica Italiana di Laveno Mombello per le vacanze estive. Ecco perché il nome Laveno, ossia un comune italiano di circa ottomila abitanti situato in provincia di Varese, in Lombardia, situato sulle rive del bellissimo Lago Maggiore.
Ma facciamo un passo indietro nel tempo, fino al 1856, per capire la storia della ceramica di Laveno Mombello. In quell’anno, infatti, fu fondata la società C.C.R., divenuta nel tempo la Società Ceramica Italiana, famosa in tutto il mondo per le sue strutture moderne e uniche, in particolare per la presenza di un forno elettrico continuo a galleria per alte temperature che era il più grande presente in tutta Europa. Intorno agli anni Trenta-Quaranta del Novecento, la cittadina di Laveno Mombello ospitava un’importante scuola per la lavorazione della ceramica, dalla quale uscivano studenti preparatissimi che venivano richiesti in ogni parte del globo. Grazie a questo enorme successo, l’azienda si espandeva sempre di più fino a quando la Società Ceramica Italiana non fu presa in gestione da Richard Ginori, dando vita alla Società Ceramica Italiana Richard-Ginori.
Per venire incontro alle esigenze delle famiglie di lavoratori fu decisa la costruzione di un edificio proprio a Marina di Pietrasanta che avrebbe ospitato i figli dei dipendenti per permettergli di passare le vacanze estive al mare. La struttura principale della colonia era davvero affascinante e si sviluppava su tre piani ed era collegata a un ulteriore livello disposto perpendicolarmente dove si trovava la mensa. In tutto l’edificio ospitava ogni anno circa 300 ragazzi.
In seguito, intorno agli anni Ottanta, Pietrasanta decise di acquistare la colonia con il progetto di trasformarla in una sede amministrativa dell’azienda Usl, nata da poco, ma il progetto non andrà in porto: il comune provò a cedere gratuitamente l’edificio alla Provincia che però bloccò i lavori di ristrutturazione e lo stabile venne abbandonato. Nel tempo molti hanno ipotizzato nuovi progetti per lo stabile ex Laveno, ma nessuno di questi fu mai perseguito fino in fondo.
Un edificio dalla storia importantissima che oggi versa in uno stato di degrado non accettabile per una cittadina tanto all’avanguardia come Pietrasanta. Oggi la scheda dell’immobile è ancora presente sul sito della Regione Toscana tra i bandi di alienazione dei beni di pregio e lo stabile è divenuto a vincolo dei Beni Culturali, ma nella scheda si legge che l’ex Laveno è stato riservato a “destinazione alberghiera e RTA” ed è in progetto un lavoro di restaurazione e ristrutturazione. Nella speranza che lo stabile torni all’antico splendore, essendo situato in un punto davvero strategico e in una zona attorniata dal verde e da graziose villette, possiamo immaginare la creazione di un hotel di lusso, attraverso un rinnovo dei locali pur mantenendo le caratteristiche originali del vecchio edificio, per mantenere viva la storia di un luogo dove il passato riecheggia in ogni angolo.